Il 56% dei principali economisti prevede un indebolimento delle condizioni economiche globali nel 2025, mentre solo il 17% si aspetta un miglioramento. In particolare,
l’Europa ha registrato le prospettive di crescita più deboli da quasi tre anni e il 74% prevede una crescita debole o molto debole nel 2025. Un segnale positivo è che nonostante le preoccupazioni per i dazi, il 48% dei principali economisti prevede ancora un aumento dei volumi del commercio globale. E’ quanto emerge dal Chief Economists Outlook del World Economic Forum.
Solo gli Stati Uniti sembrano pronti per una spinta a breve termine, con il 44% dei capi economisti che prevede una forte crescita nel 2025, rispetto al 15% interpellato nell’agosto dello scorso anno. Restano, a loro giudizio, dei rischi: quasi tutti prevedono un aumento dei livelli di debito pubblico (97%) e un aumento dell’inflazione (94%).Il nuovo rapporto sottolinea l’importanza delle recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti, con il 61% dei principali economisti che definiscono l’impatto sull’economia globale “come un cambiamento a lungo termine piuttosto che una perturbazione a breve termine”. Si prevedono importanti cambiamenti in settori quali il commercio, la migrazione, la deregolamentazione, la politica fiscale e la politica industriale.
Più in generale, le prospettive dei capi economisti rivelano l’intensificarsi delle pressioni sull’interconnessione economica mondiale. La stragrande maggioranza degli intervistati (94%) prevede un’ulteriore frammentazione del commercio di beni nei prossimi tre anni, mentre il 59% si aspetta che il commercio di servizi segua un percorso simile. Più di tre quarti prevedono anche un aumento delle barriere alla mobilità del lavoro, mentre quasi due terzi indicano un aumento dei vincoli al trasferimento di tecnologia e dati. Il settore finanziario rappresenta un’eccezione: meno della metà (48%) prevede un aumento della frammentazione, probabilmente a causa del ruolo centrale dei flussi finanziari transfrontalieri nelle economie moderne. Tuttavia, gli sviluppi politici nazionali e internazionali, i riallineamenti della catena di approvvigionamento e le preoccupazioni per la sicurezza incombono. È probabile che questi cambiamenti facciano aumentare i costi sia per le imprese che per i consumatori nei prossimi tre anni. Si prevede che le risposte delle imprese alla crescente frammentazione dell’economia globale includeranno la ristrutturazione delle catene di fornitura (91%), la regionalizzazione delle operazioni (90%) e la concentrazione sui mercati principali (79%).
Prospettive commerciali: Gestione delle pressioni crescenti
Quasi la metà (48%) dei capi economisti prevede un aumento dei volumi del commercio globale nel 2025, sottolineando la resistenza del commercio mondiale. Tuttavia, un’ampia maggioranza prevede un’intensificazione delle tensioni commerciali, sia tra le principali potenze che a livello più ampio. Il protezionismo viene identificato come il fattore principale che determinerà cambiamenti duraturi nei modelli commerciali globali, mentre altri fattori di rilievo sono i conflitti, le sanzioni e le preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Circa l’82% degli intervistati prevede una maggiore regionalizzazione del commercio nei prossimi tre anni, oltre a un continuo e graduale spostamento dai beni ai servizi.
Nel frattempo, si prevede che lo slancio economico della Cina rallenti a causa di una domanda di consumo debole e di una produttività più debole, il che illustra ulteriormente la natura disomogenea e incerta di qualsiasi ripresa globale.
“L’ultimo rapporto dei Chief Economists Outlook rivela un’economia globale sottoposta a notevoli tensioni”, ha dichiarato Aengus Collins, responsabile della crescita economica e della trasformazione del World Economic Forum. “Le prospettive di crescita sono le più deboli degli ultimi decenni e gli sviluppi politici a livello nazionale e internazionale evidenziano quanto sia diventata controversa la politica economica. In questo contesto, promuovere uno spirito di collaborazione richiederà più impegno e creatività che mai”.(AGI)