Stato di agitazione dei lavoratori del Teatro Biondo indetto da Slc Cgil Palermo e Uilcom Palermo. A distanza di otto mesi dal precedente stato di agitazione del 6 marzo scorso, Slc Cgil e Uilcom tornano a chiedere nuovamente “un cambio di passo” nella gestione del personale e il rispetto degli accordi presi. “Negli ultimi anni con il Teatro Biondo abbiamo registrato fasi alterne nei rapporti relazionali. Da una parte – dichiarano il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio maggio – siamo riusciti a siglare accordi importanti per mettere in sicurezza il teatro e incrementare gli organici eliminando una parte di precariato. Ma dall’altra denunciamo l’inasprimento del clima aziendale, alimentato dai capi reparto e capi servizio e da chi esercita la delega sul personale”. Inoltre, nonostante l’intervento del presidente Gianni Puglisi del luglio 2024, Slc Cgil e Uilcom Uil continuano a registrare la mancata esigibilità degli accordi presi. Quello dei sindacati non vuole essere una messaggio rivolto alla direttrice uscente Pamela Villoresi ma a chi in questi anni ha tenuto i rapporti con i sindacati e con i dipendenti, il vice direttore Mauro Lo Monaco. “Gli incrementi professionali promessi non sono ancora avvenuti, la banca ore non è stata normata e continua a esserci un uso strumentale dello straordinario – aggiungono per le segreterie territoriali di Slc Cgil e Uilcom Fabio Maggio e Giuseppe Tumminia assieme alle Rsu – Nell’area tecnica continuano a non essere rispettati i tempi e le modalità previste dal Ccnl per lo spostamento del giorno di riposo e il diritto all’informativa sindacale viene ritenuto una mera perdita di tempo”. Per queste motivazioni, la proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori. “Auspichiamo che l’arrivo del nuovo direttore – aggiungono i segretari Maggio e Tumminia con le Rsu di Slc Cgil e Uilcom – oltre a lavorare per far raggiungere al teatro traguardi importanti porti una ventata di novità nella gestione del personale e riesca a ripristinare un clima lavorativo sereno tra i lavoratori, in modo da poterli appassionare nuovamente al loro splendido lavoro anziché farli proseguire nel percorso di lotta”. (AGI)