Il Forum in Previdenza affronta quest’anno il tema della sostenibilità, ambito in cui le banche centrali svolgono un ruolo significativo, dal momento che i rischi derivanti dal cambiamento climatico possono influire sullo sviluppo sostenibile dell’economia e sulla stabilità del sistema finanziario e condizionare la capacità delle banche centrali stesse di raggiungere i loro obiettivi istituzionali.
In tale quadro, la Banca d’Italia promuove i temi della sostenibilità nell’azione di vigilanza, nella ricerca economica, nell’educazione finanziaria e nelle scelte di investimento; è altresì fortemente impegnata a ridurre l’impronta ambientale delle sue attività.
Ma il motivo di fondo della partecipazione della Banca d’Italia al Forum sta nel fatto che la Cassa dottori commercialisti è uno dei maggiori partecipanti al suo capitale, di cui detiene 11mila quote, pari al 3,66% del totale.
La compagine articolata di partecipanti al capitale della Banca d’Italia (oggi sono in tutto 173 fra banche, assicurazioni, fondazioni, Casse di previdenza e fondi pensione), portato della storia e della specificità del nostro contesto istituzionale e frutto della riforma intervenuta nel 2013, non comporta in alcun modo che l’Istituto possa essere influenzatodai suoi quotisti nell’esercizio delle funzioni istituzionali.
Le leggi e lo Statuto circoscrivono infatti nettamente i diritti dei partecipanti al capitale, prevedendo limiti ai loro diritti di voto e la non ingerenza degli organi da essi espressi nelle funzioni istituzionali della Banca.
È bene anche ricordare che gran parte degli utili prodotti dalla Banca d’Italia ogni anno viene retrocessa al Tesoro, al netto dei dividendi distribuiti ai partecipanti e degli accantonamenti volti a rinsaldare le riserve patrimoniali dell’Istituto a tutela della sua autonomia finanziaria. Per avere un’idea della misura di questa retrocessione, che il nostro Statuto definisce «utile residuo», basti pensare che negli ultimi dieci anni ai partecipanti sono stati distribuiti complessivamente utili per poco meno di 3 miliardi di euro. Nello stesso periodo, come ha precisato il Governatore Visco nel suo intervento all’Assemblea della Banca il 31 marzo scorso, l’importo cumulato riconosciuto allo Stato sotto forma di “utile residuo” ha raggiunto l’ammontare di 38,2 miliardi, a cui vanno aggiunte imposte di competenza per 12,8 miliardi.
Funzionario generale della Banca d’Italia
Fonte: Il Sole 24 Ore