Una batteria in grado di funzionare anche se immersa in acqua di mare: è quanto sviluppato da un team di ricercatori guidato dalla Southwest University, Cina, che ha pubblicato i propri risultati su ACS Applied Materials & Interfaces. La nuova batteria non è impermeabile ma anzi utilizza proprio l’acqua salata come un componente essenziale. Gli autori dello studio hanno trattato fasci di fibre di carbonio con rivestimenti elettricamente conduttivi: esacianoferrato di nichel per l’elettrodo positivo (catodo) e poliammide per l’elettrodo negativo (anodo). Quindi i ricercatori hanno intrecciato due fasci insieme per formare stringhe di catodo e anodo simili a filamenti. Per preparare una batteria, i ricercatori hanno avvolto la stringa del catodo in uno strato di fibra di vetro, l’hanno adagiata lungo l’anodo e hanno racchiuso entrambi i fili in un tessuto non tessuto permeabile. Il tessuto protegge gli elettrodi consentendo però all’acqua di mare di entrare in contatto con gli elettrodi. L’acqua di mare contiene ioni di sodio, cloruro e solfato, e funge da elettrolita. La possibilità di utilizzare l’acqua salata e la struttura filamentosa della nuova batteria la rendono adatta a diversi impieghi come alimentazione delle luci delle reti da pesca, dei giubbotti di salvataggio o elle boe. Nei test con acqua salata, la batteria ha continuato a immagazzinare una carica elettrica dopo essere stata piegata 4000 volte. Ha mantenuto la maggior parte dell’efficienza di carica iniziale e della capacità di accumulo per oltre 200 cicli di carica e scarica. (AGI)