L’accesso al credito è, ancora oggi, un’importante sfida che interessa anche le aziende con i conti in ordine. In attesa di forme di finanziamento alternative a quelle bancarie, per gli investimenti a medio e lungo termine (mini-bond o cartolarizzazioni), la soluzione consiste nel superare il nanismo imprenditoriale.
La soluzione risiederebbe nella fusione tra le imprese. Le grandi aziende, infatti, riescono ad affrontare in maniera più adeguata le sfide presenti sul mercato e, inoltre, ottengono un accesso al credito più agevolato. Le leggi attualmente in vigore permettono alle aziende che decidono di fondersi una rivalutazione dei beni d’impresa, così da ottenere alcuni vantaggi fiscali.
Ne sono un esempio le imposte sul reddito societario (IRES) e l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) che possono essere abbattute al 12%, 14% o 16%.
L’autofinanziamento, tramite gli utili reali, rappresenta un’ottima soluzione per capitalizzare l’impresa, riducendo la dipendenza finanziaria dell’impresa dal sistema bancario. Una soluzione è anche rappresentata dal superamento della soglia di € 119.900 del capitale sociale sottoscritto, nominando il Revisore o il Collegio Sindacale.
Così facendo verrebbe stilato un bilancio certificato che assume un valore maggiore per le banche.
La soluzione, quindi, è rappresentata dal cambiamento della mentalità imprenditoriale, abbandonando la strada del nanismo imprenditoriale.