‘Vermiglio’ è “un paesaggio dell’anima, un ‘Lessico famigliare’ che vive dentro di me, sulla soglia dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre, la sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo personale, vuole omaggiare una memoria collettiva”. Così la regista bolzanina Maura Delpero parla del suo secondo film, con cui ha vinto il Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia e candidato per l’Italia all’Oscar.
“Mio padre ci ha lasciati un caldo pomeriggio d’estate. Prima di chiuderli per sempre, ci ha guardati con occhi grandi e stupiti di bambino – racconta Maura Delpero – l’avevo già sentito che da anziani si torna un po’ fanciulli, ma non sapevo che quelle due età potessero fondersi in un unico viso. Nei mesi a seguire è venuto a trovarmi in sogno. Era tornato nella casa della sua infanzia, a Vermiglio. Aveva sei anni e due gambette da stambecco, mi sorrideva sdentato, portava questo film sotto il braccio: quattro stagioni nella vita della sua grande famiglia”.
“Una storia di bambini e adulti, tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti nelle curve della vita, e da collettività farsi individui – continua la regista – una storia d’alta quota, con i suoi muri di neve. Di odore di legna e latte caldo nelle mattine gelate. Con la guerra lontana e sempre presente, vissuta da chi è rimasto fuori dalla grande macchina: le madri che hanno guardato il mondo da una cucina, con i neonati morti per le coperte troppo corte, le donne che si sono temute vedove, i contadini che hanno aspettato figli mai tornati, i maestri e i preti che hanno sostituito i padri. Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo”.
Maura Delpero, 49 anni il 3 ottobre, è nata a Bolzano. Dopo gli studi in lettere, a Bologna e Parigi, e in cinema, a Buenos Aires, con i suoi primi documentari, su tutti Signori professori e Nadea e Sveta, entrambi premiati al Festival di Torino, esplora il confine tra finzione e non finzione. Il suo film d’esordio, ‘Maternal’, è stato premiato al 72esimo Festival di Locarno e ha partecipato a oltre cento appuntamenti internazionali. ‘Vermiglio’ è il suo secondo film, premiato col Leone d’argento per la migliore regia all’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. (AGI)