Entro fine aprile il governo Draghi definirà il Decreto Sostegni bis che conterrà nuovi ristori per venire incontro alle attività economiche messe in crisi dal fermo per l’emergenza sanitaria, così come nuovi condoni fiscali, prestiti garantiti e moratorie su mutui e prestiti oltreché il blocco degli sfratti.
Prima di poter approvare in Consiglio dei ministri il nuovo decreto Sostegni occorrerà un ulteriore scostamento di bilancio, la cui entità sarà determinata nel DEF (Documento di Economia e Finanza), che di regola va depositato entro il 10 aprile, ma si prevede qualche giorno di slittamento per consentire ai tecnici del Tesoro un’esatta quantificazione delle coperture necessarie per le misure che saranno contenute nel decreto. Al momento si prevede uno stanziamento di circa 30 miliardi di euro (cifra che sarà richiesta in Parlamento), per nuovi ristori soprattutto per le attività chiuse o penalizzare dalle restrizioni imposte dall’ultimo Decreto Covid; per misure che diano liquidità alle imprese, a cominciare dal rinnovo della moratoria sui finanziamenti; per meccanismi atti ad evitare il fallimento delle imprese sovraindebitate; per il prolungamento del blocco degli sfratti e indennizzi per i redditi da locazione commerciale non incassati a causa della crisi Covid (bonus affitto).
Per un maggior sostegno alle famiglie e alle imprese, Confedercontribuenti ha presentato già in questa fase preparatoria una serie di proposte da sottoporre all’attenzione dl governo prerché vengano recepite nel Decreto Legge attualmente in fase di preparazione.
A renderlo noto è il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale chiarisce che le “proposte nascono dalle esigenze e le lamentele che ogni giorno raccolgono i nostri responsabili, in tutta Italia, a seguito della drammatica situazione in cui versa il nostro Paese. Siamo in una economia ‘post-bellica’, e non siamo i soli a dirlo.
Pertanto sono necessarie misure straordinarie che vadano oltre ogni discorso e logica politica, misure che possano dare una scossa al tessuto economico nazionale e dare fiato e speranza alle famiglie tutte”.
“Certamente – aggiunge il presidente Finocchiaro – non abbiamo né il dono né la presunzione di essere i soli ad avanzare proposte di questo tipo e siamo sempre aperti al confronto, che possa portare a innovare le proposte stesse e ad aggiungerne di nuove, cercando di fare quadrato tutti insieme intorno al nostro Paese”.
Ad illustrare nel merito le proposte di Confedercontribuenti per il nuovo Decreto Sostegni è il vice presidente nazionale, Alessandro Ciolfi, il quale puntualizza che “le proposte della nostra Confederazione vanno a salvaguardare quanto è stato già fatto, sempre nei limiti delle possibilità esistenti, evitando discorsi demagogici”.
Saldo e stralcio
Sul saldo e stralcio la proposta è quella di estendere il periodo delle cartelle esattoriali (i ruoli) a tutto l’anno 2015, abolendo il limite dei 30 mila euro per accedere alla misura, (limite peraltro incostituzionale).
Altresì si propone, per il calcolo ISEE utile ad accedere al ‘saldo e stralcio’ di scomputare il ‘minimo vitale’ (attualmente fissato a 689,14 euro per persona singola). Il minimo vitale deve essere considerato una franchigia che non può essere derogata”.
Compensazione rate 2010 – 2015
In un’ottica di giustizia ed equità nei confronti di tutti i contribuenti che hanno sempre onorato i propri doveri, avendone avuto la possibilità, Confedercontribuenti propone anche di compensare quanto già versato dal 2010 al 2015 (lo stesso periodo per cui proponiamo di estendere la possibilità del saldo e stralcio).
“La compensazione rate 2010 – 2015 dovrebbe prevedere, per tutti i Contribuenti che hanno pagato cartelle esattoriali, tasse e imposte dall’anno 2010 a tutto il 201, che tali somme siano utilizzate a compensazione per i pagamenti futuri – dice Alessandro Ciolfi – in modo tale da eliminare il senso di ingiustizia fra chi ha sempre e comunque pagato tutto, e chi non ha pagato ed oggi usufruisce di uno stralcio del debito”.
Fondo Salva Casa
Sul Fondo ‘Salva Casa’ (D.L. 124/2019 convertito in Legge 157/2019 art. 41/bis) la Confederazione chiede che venga finalmente reso possibile accedervi. È necessario che il fondo sia finanziato seriamente e non con i 5 milioni di euro stanziati, che non coprirebbero neanche la minima parte di coloro che ne possono fare accesso.
“Al fine di salvaguardare la prima casa, si chiede di utilizzare a pieno regime il fondo salva casa, finanziandolo e cercando di renderlo di facile accesso ai debitori esecutati in corso di pignoramento immobiliare – è ancora il vicepresidente Ciolfi a parlare – Insomma si propone una misura sociale, tramite Cassa Depositi e Presiti, che per i prossimi 3-5 anni, metta a disposizione la somma di 1 miliardo di euro per ogni anno, al fine di rendere acquisibile dallo Stato, gli immobili oggetto di pignoramento immobiliare per i quali non sia intervenuta la vendita tramite asta immobiliare dopo il terzo incanto”. Nella proposta di Confedercontribuenti lo Stato verrebbe ad acquisire gli immobili, lasciando che i proprietari esecutati continuino ad usufruirne pagando pagando una somma calmierata fino al riscatto pieno della proprietà.
Urbanistica ed edilizia residenziale
Per quanto riguarda, invece, la questione urbanistica ed edilizia residenziale, soprattutto per gli alloggi di necessità ed affini, Confedercontribuenti chiede che sia abolita la ‘doppia conformità edilizia’ (Testo unico sull’edilizia, DPR 380/2001 –art. 36) consentendo cosi l’accesso al superbonus 110%.
“Come già ampiamente discusso – sostiene Alessandro Ciolfi – e come anche proposto dalla rete delle professioni tecniche, nonché dall’Ance, l’abolizione della doppia conformità edilizia, comunque prevista nelle aree edificabili e conforme agli strumenti urbanistici vigenti, consentirebbe di poter sanare finalmente la situazione stagnante in gran parte del territorio Italiano.
La misura, oltre che risolvere migliaia di querelle, potrebbe portare nelle casse dello Stato, una cifra stimata intorno ai 23 miliardi di euro a regime.
Sia la Rete delle professioni tecniche (RPT) sia i costruttori edili (Ance) hanno sottolineato – ricorda Ciolfi – che i tempi per ottenere una certificazione di conformità urbanistica sono lunghi e incompatibili con l’esigenza di avviare presto e senza intoppi il maggior numero di cantieri per la riqualificazione energetica e la sicurezza antisismica degli edifici.
Rottamazione quater
Sull’avvio della ‘rottamazione quater’ la piattaforma rivendicativa di Confedercontribuenti propone che venga predisposta una nuova rottamazione, che comprenda anche tutte le rottamazioni precedenti e la possibilità di sanare le rate delle precedenti, con modalità di pagamento che siano uguali a quella del pignoramento mobiliare, con rate che non eccedano mai 1/5 della propria capacità finanziaria.
La nuova rottamazione dovrà comprendere tutti i ruoli fino al 31-12-2020 e tutti i ruoli non prescritti, considerando prescritti quelli precedenti l’anno 2015, che non dovranno essere richiesti ai debitori (salvo interruzioni della prescrizione).
Le rottamazioni precedenti dovranno o potranno essere ricomprese all’interno della rottamazione quater, con una nuova rata omnicomprensiva.
Il viceperesiddnte nazionale di Confedercontribuenti, Alessandro Ciolfi, trae dunque le conclusioni: “Sono questi i contenuti degli emendamenti che i nostri esperti hanno elaborato. Siamo comunque attivi ogni giorno per studiare ed avanzare nuove proposte da avanzare al Governo italiano. E non mancheremo, come abbiamo sempre fatto in tanti anni, di dare battaglia affinché si diano risposte certe ai cittadini”.