L’anno 2020 rappresenta una debacle per il turismo in Italia. Le aziende sono sull’orlo del default.
I Decreti Rilancio e Ristori, con indennizzi a fondo perduto e indennità una tantum per stagionali e lavoratori del turismo, dello sport e dello spettacolo, si sono rilevati dei palliativi, insufficienti a reggere il complesso mondo della filiera del turismo.
La crisi rischia di far pagare un prezzo epocale all’industria delle vacanze: tutti concordano nell’ipotizzare che le perdite di fatturato si aggireranno intorno al 70% con conseguenti impatti occupazionali sul comparto.
Con i ristoranti, le spiagge, i campi da sci, le strutture ricettive chiuse non è possibile fare una vacanza normale come nel passato e in quest’anno così difficile nulla è stato normale, in nessun paese, non in Europa, né Italia, né in altre parti del mondo”.
Gli ultimi DPCM, che si sono susseguiti nell’ultimo periodo, hanno introdotto ulteriori restrizioni per cercare di contenere i contagi da coronavirus. Tutto questo, purtroppo, inciderà negativamente e pesantemente sul settore turistico, già fortemente colpito dall’emergenza pandemica.
ConfederContribuenti chiede al Governo, per sostenere un settore che vale il 13% del PIL nazionale, misure più coraggiose e innovative, come l’istituzione di un fondo di crisi per il turismo
“Occorre avere chiaro cosa bisogna proporre con il Piano nazionale di ripresa e resilienza” ha dichiarato Il dottor Ettore Minniti, responsabile del settore turismo, sport e cultura, di ConfederContribuenti,” Il Piano è il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica. Dal nostro punto di vista occorre avere una visione di insieme e non pensare solo a singoli progetti fini a sé stessi. Progettare non solo la ripresa per un immediato futuro, ma pensare in maniera strategica un progetto quinquennale, con un’offerta turistica diversificata, puntando sull’accoglienza, la digitalizzazione e le aree interne”. Minniti ha così proseguito “Non è più possibile lavorare nel campo del turismo a compartimenti stagni, bisogna avere una visione d’insieme e lavorare per un progetto organico. Ad esempio progettare il turismo come una matrioska dove ogni operatore turistico sa che nel giro di tre anni sarà protagonista e sarà consapevole di ricevere il testimone da un altro operatore e deve essere consapevole di doverlo cedere ad un altro, perché il turista straniero sarà fidelizzato”.
Progetti, attraverso una pianificazione a medio e lungo termine, per recuperare quei 40 milioni di visitatori persi in questo anno, con l’ambizione futuristica di poterli fare diventare stanziali come turisti nel nostro Paese.