Frodi fiscali: 4 arresti e 2 interdittive nel Barese

Di
Redazione
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12 Dicembre 2024

Nella mattinata di oggi, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un’ordinanza del gip, emessa su richiesta della procura barese, che dispone misure cautelari personali e interdittive nei confronti di sei persone. Quattro di queste sono state sottoposte agli arresti domiciliari, mentre due sono state temporaneamente interdette dall’esercizio di professioni, imprese o incarichi direttivi in società. Contestualmente, sono stati notificati avvisi di conclusione delle indagini preliminari a ulteriori indagati. L’operazione segna la conclusione di un’indagine complessa, condotta dalla tenenza della guardia di finanza di Bitonto, che ha svelato un’associazione a delinquere dedita all’emissione di fatture per operazioni inesistenti e al riciclaggio dei relativi proventi illeciti. Le investigazioni, partite dal monitoraggio di attività sospette nel sistema finanziario, hanno individuato un sodalizio criminale operante tra Bitonto e Bari. Questo gruppo gestiva una rete di “cartiere”, aziende fittizie senza strutture operative né risorse economiche, utilizzate per emettere false fatture. Le fatture venivano indirizzate a società effettivamente operative, le cosiddette “good company”. Il sistema prevedeva che il denaro bonificato dalle “good company” come pagamento delle false fatture venisse ritirato in contanti e restituito ai clienti, trattenendo il 22% dell’importo (equivalente all’IVA) come “compenso”. In alcuni casi, i criminali consegnavano il denaro in contante ai clienti prima ancora che le false fatture venissero emesse. Singolare è il termine “paccodisale”, utilizzato dagli indagati per indicare gli indirizzi email impiegati per gestire i conti bancari, in riferimento alle aziende fittizie. Questo termine, nel dialetto barese (“Pacc D’ Seul”), denota qualcosa o qualcuno di scarso valore, riflettendo la natura vuota e fraudolenta delle imprese create ad hoc. Le indagini hanno permesso di ricostruire un’attività illecita avviata nel 2018 e proseguita fino al 2023. Sono state individuate circa 1.250 fatture false per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, coinvolgendo 165 operatori economici di settori disparati: edilizia, riciclaggio di materiali plastici, commercio di autovetture, produzione di olio d’oliva, farmacie, vigilanza, e persino aziende vincitrici di appalti pubblici. Gli utilizzatori delle false fatture beneficiavano di notevoli vantaggi, tra cui la riduzione della base imponibile per il calcolo delle imposte e la possibilità di prelevare denaro dalle casse aziendali mascherandolo come costi legittimi. Tra gli indagati figurano anche un direttore di banca e un dipendente postale, accusati di agevolare il prelievo di denaro in violazione delle normative antiriciclaggio. Le indagini hanno inoltre coinvolto quattro membri della Guardia di Finanza e tre funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questi ultimi sono accusati di peculato, ricettazione e falso per essersi appropriati di beni sequestrati (come biciclette elettriche, pannelli solari e capi d’abbigliamento) tra il 2022 e il 2023. Uno dei funzionari è anche accusato di induzione indebita, avendo accettato pranzi, viaggi (tra cui uno a Dubai) e altri benefici da un imprenditore sottoposto a controlli doganali.(AGI)