Ambiente: trasferendo api mellifere, si salvare le api autoctone

Di
Redazione
|
14 Febbraio 2025

La rimozione e il trasferimento degli apiari dedicati alle api melliferi, dalle zone tradizionalmente abitate da altre specie di api, può permettere alle popolazioni di quest’ultime di riprendersi, migliorando la biodiversità. È quanto emerge da uno studio guidato dalla Pennsylvania State University e pubblicato sul Journal of Insect Science. La ricerca ha esaminato gli effetti dell’apicoltura migratoria, ovvero la pratica di spostare le colonie di api mellifere in un luogo diverso per una parte dell’anno. I ricercatori hanno scoperto che quando le api mellifere venivano spostate in una zona abitata da altre specie di api, la popolazione di queste diminuiva in abbondanza e diversità. Tuttavia, nei luoghi in cui gli apiari venivano tenuti per anni e poi rimossi, le popolazioni di api autoctone aumentavano di nuovo sia in numero totale che in diversità di specie. “Poiché questi siti si sono ripresi solo un anno dopo la rimozione degli apiari – hanno affermato gli autori – ciò suggerisce che le popolazioni siano diminuite temporaneamente a causa dello spostamento delle api autoctone e non perché si siano estinte. Queste api sono state probabilmente in grado di riprendersi anche perché il paesaggio aveva un’abbondanza di fiori e un uso minimo di agricoltura e pesticidi”.Nel complesso, i ricercatori hanno affermato che i risultati suggeriscono che, mentre l’introduzione di api mellifere riduce l’abbondanza di api autoctone, gli effetti a lungo termine dipendono probabilmente da quante colonie di api mellifere vengono introdotte e per quanto tempo sono presenti. Studi futuri potrebbero esaminare gli effetti della presenza della api mellifere anche sulla composizione delle comunità di api autoctone e sui servizi di impollinazione in più stagioni. (AGI)