La dimora di un gigante mitologico, una città in versi, un barcone che spicca il volo. Il filo conduttore delle opere che Antonio Torquato Lo Mele porterà in mostra dal 31 maggio al 29 giugno a Foggia è lo spazio vivo, inteso come luogo in cui scorre la vita, mentale e materiale. L’antologica, promossa dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e ospitata nei locali di via Arpi 152, è un viaggio tra le opere di uno dei più apprezzati artisti della Capitanata. Il caratteristico tratto fantasioso si fonde con un’impostazione architettonica, per dare vita a creazioni a metà strada tra sogno e realtà, tra filosofia e scampoli di quotidianità.
“Il luogo – spiega l’artista – è tale solo nel momento in cui viene abitato dall’uomo, nei modi in cui egli sogna, desidera, pensa e agisce. La nascita e la formazione dei luoghi, dunque, è fortemente connessa alla cultura antropica e ai linguaggi della specie umana. Non è possibile raccontare sogni, pensieri e azioni umane senza un ambito spaziale nei quali hanno luogo”.
Nel repertorio di Lo Mele si possono scoprire sia monili d’oro che ricalcano la vita nelle capannine daune, sia teche in legno che danno voce alla paura della guerra. E poi, maioliche intimistiche, acquerelli che riproducono versi e spartiti, raffinati oggetti di design. Tutto, a dispetto dalle diverse modalità espressive, nasce dallo stesso linguaggio, dallo stesso pensiero e mira allo stesso scopo, costruendo una produzione vasta ma intimamente omogenea. Un’opera filosofica e poetica che si interroga su temi cruciali come il divenire e la tecnica, che scandaglia tutte le possibilità del linguaggio non verbale, fonde registri e replica ritmi, con un semplice tratto di matita. “Come quando uno fa una poesia su una poesia”, ha scritto delle sue opere Gianni Rodari.
“Raccontare Lo Mele – spiega il presidente della Fondazione dei Monti Uniti, Aldo Ligustro – non è impresa facile. Architetto, grafico, incisore, illustratore, ebanista, orafo, ceramista, docente di arti applicate ed esperto di comunicazione visiva, filosofo e designer: di fatto non esistono ambiti creativi – e potremmo aggiungere didattici ed editoriali – in cui l’artista non si sia cimentato con successo. Un’intensa e inesauribile attività che ha prodotto un’arte originale e raffinata, costantemente tesa a un dialogo tra passato e presente, tra antico e contemporaneo”.