Taranto città di mare, città dello sport e dei giovani. Mentre Comune e Governo discutono sull’ipotesi di commissariamento in vista dei XX Giochi del Mediterraneo del 2026, l’amministrazione comunale guidata da Rinaldo Melucci (da giugno scorso, al secondo mandato) fa i conti con un maxi piano di interventi programmati e in corso, sostenuti dai Contratti Istituzionali di Sviluppo (Cis) promossi dall’Agenzia per la Coesione sociale (per oltre 192 milioni di finanziamenti), dal Pnrr, Pinqua incluso, da altre fonti inclusi fondi propri e mutui, a cui si aggiunge tra gli altri un contributo di 82 milioni di euro per i Giochi appunto.
Una dote cospicua
Parliamo di una sessantina di interventi per 571 milioni di euro, e di altri quattro progetti con 252 milioni di euro del fondo per una transizione giusta (Just Transition Fund, Jtf) istituito nell’ambito della politica di coesione dall’Unione europea, che ha come obiettivo quello di consentire alle regioni ed alle persone di attenuare l’impatto sociale, economico ed ambientale della transizione verso un’economia climaticamente neutra, in attuazione del Green Deal europeo.A 40 anni dal vecchio Piano regolatore generale, l’amministrazione Melucci ha concluso la prima fase di revisione degli strumenti urbanistici con il supporto di Francesco Karrer, ordinario di Urbanistica alla Sapienza di Roma, e in linea con il documento programmatico redatto dall’amministrazione, «si sta entrando nella fase due – il commento dell’assessora all’Urbanistica Francesca Viggiano – è prevista un’ulteriore finestra di comunicazione con la città e sta prendendo corpo il piano “Ecosistema Taranto”. Tra un anno contiamo di avere il nuovo Pug, contestualmente abbiamo già rifatto il Piano Casa comunale», che discende dalla normativa regionale e fotografa la situazione locale specifica.
I progetti in campo
Taranto si rigenera scommettendo sulle opere pubbliche, capaci di portare con sé benefici moltiplicatori, «se strutturati in modo intelligente. Si punta sulla riqualificazione dei luoghi ma soprattutto sulla cultura dei luoghi, partendo dal cuore pulsante della Città Vecchia». Viggiano elenca i tanti progetti e cantieri, dal recupero e rifunzionalizzazione di Palazzo Carducci con destinazione museale (sette milioni) a quello di Palazzo Troylo, con destinazione commerciale e culturale (5,2 milioni), dal recupero e la rifunzionalizzazione dell’edificio Garibaldi/Novelune (2,6 milioni) al programma di social housing Isola Madre (da 20 milioni di intervento). Si aggiungono il recupero e la rifunzionalizzazione dello storico Palazzo Delle Ponti (2,8 milioni), del Palazzo d’Ayala, incluso l’ipogeo, per l’hospitality di lusso (7,2 milioni), del Palazzo Archita (20 milioni di euro). C’è la riqualificazione delle Mura Aragonesi, la valorizzazione della rete degli ipogei dell’isola Madre, il secondo stralcio della riqualificazione del waterfront del Mar Piccolo, la valorizzazione dei siti archeologici, la ripavimentazione del tessuto urbano e la riqualificazione del sistema di spazi pubblici. Quasi cento milioni di interventi Cis per il piano dell’Isola Madre. «Stiamo cercando di far esplodere le potenzialità della Città Vecchia intercettando le tante misure di finanziamento utili per riqualificare i luoghi e attrarre anche capitali privati. Da qui l’idea delle case a un euro, che ci è servita per far conoscere alla popolazione nazionale e internazionale – racconta l’assessora – il patrimonio nella Città Vecchia che tre anni fa era comunale per il 50%. Siamo partiti con una ventina di immobili, alcuni già in cantiere». Per gli investitori interessati alla città di Taranto le occasioni sono legate «al social housing alla francese, con un’offerta trasversale che guardi agli operai e ai docenti universitari, in un comparto dove sono previsti 300 alloggi e serve un co-finanziamento privato (manifestazione al via nel 2024), oltre alle risorse già disponibili con un apporto di Cdp» dice Viggiano. Opportunità nell’ambito dello student housing per operazioni come la riconversione di Palazzo Garibaldi-Novelune, ma anche per le residenze da mercato libero, ad esempio per Palazzo Calò dove il Comune è proprietario al 51% (e realizzerà uno studentato), e dove serve un partner imprenditoriale per rafforzare un progetto mixed use. «Studenti e start up, servizi e contenitori culturali, questo il mix per la Città Vecchia di Taranto, legando il turismo alla formazione e all’imprenditoria» commenta l’assessora. Tanti progetti e cantieri e tra i primi a tagliare il nastro sarà l’area ex Baraccamenti Cattolica dove è stato promosso un piano di valorizzazione di edifici dismessi dalla Marina militare, in pieno centro, e dove troveranno casa l’Orchestra della Magna Grecia, aree per la ristorazione, il museo dei bambini, spazi per concerti. Consegna prevista entro l’anno.
Focus sullo sport
Aspettando Taranto 2026 il focus è sullo sport. Lungo l’elenco delle opere, in gran parte affidate con appalti integrati, fatto salvo per il project financing dello stadio Erasmo Iacovone e per il concorso del nuovo stadio del nuoto (24 milioni di intervento). Iniziative che portano con sé la valorizzazione dell’esistente come nel caso della Torre d’Ayala, che sarà recuperata con un passaggio di proprietà nell’ambito del federalismo culturale. Sfide che si auspica vadano oltre i giochi, ad esempio, con il parco urbano alla Salinella (25 milioni di intervento) con un progetto-antidissesto, capace di rimettere in sicurezza idraulica il quartiere.