Salario minimo, ecco le proposte dell’opposizione: la soglia varia tra 9 e 10 euro

Di
Redazione
|
27 Giugno 2023

È in corso in commissione Lavoro alla Camera la discussione sul salario minimo. Sei le proposte di legge depositate in commissione, tutte a firma delle minoranze: oscillano fra i 9 e i 10 euro le soglie di retribuzione proposte, con sanzioni per i datori che disattendano le norme.È in corso un dialogo fra le opposizioni per giungere a un testo unico. Contraria al salario minimo la maggioranza di centrodestra.

Tre proposte targate Pd

Tre le proposte di legge del Partito Democratico. Una a prima firma dell’ex ministro Andrea Orlando e sottoscritta da dalla capogruppo Debora Serracchiani e Marco Sarracino prevede che la retribuzione proporzionata e sufficiente sia quella prevista dai contratti collettivi sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale. Se manca il contratto collettivo che individua la retribuzione proporzionata e sufficiente si prevede l’intervento del ministro con un decreto che tuttavia verrebbe adottato dopo avere consultato una Commissione Interistituzionale. Al tempo stesso si prevede una soglia minima di retribuzione a 9,50 euro all’ora.

C’e’ poi una proposta a prima firma della capogruppo Serracchiani, che, anch’essa, pur non indicando una cifra relativa al salario minimo rimanda alla contrattazione collettiva riconoscendo un ruolo centrale alle parti sociali. E prevede multe per chi viola le norme da mille a 10mila euro per ciascun lavoratore.

Il testo depositato dal deputato del Pd Mauro Laus, infine, chiede che il salario minimo sia stabilito da una Commissione paritetica per la rappresentanza e la contrattazione collettiva istituita al Cnel.

La proposta M5s

La proposta di legge di M5s a prima firma di Giuseppe Conte prevede invece che «il trattamento economico minimo orario come definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro non possa comunque essere inferiore a 9 euro lordi». Nel testo, inoltre, si punta a contrastare gli accordi pirata valorizzando i contratti collettivi. Anche se si parte infatti dal presupposto che in alcuni settori i minimi salariali fissati nei cosiddetti contratti collettivi nazionali non sembrano adeguati, alla luce delle disposizioni costituzionali e degli indicatori internazionali. E si citano alcuni esempi come: il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del settore del turismo (dove il trattamento orario minimo è pari a 7,48euro), il CCNL delle cooperative nei servizi socio-assistenziali (in cui l’importo orario minimo ammonta a 7,18 euro), il CCNL per le aziende dei settori dei pubblici esercizi,della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo (che stabilisce il minimo orario contrattuale in 7,28 euro) e il CCNL del settore tessile e dell’abbigliamento (che stabilisce una retribuzione minima pari a 7,09 euro per il comparto abbigliamento).

Prevista, infine, anche una detassazione degli incrementi retributivi dei rinnovi di contratto. «Ferma restando l’applicazione generalizzata del CCNL, a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, – si legge nella relazione illustrativa – si introduce una sorta di prova di resistenza o di test di « dignità », una soglia minima inderogabile (9 euro all’ora), in linea con i parametri di adeguatezza indicati dalla Commissione europea

E quella di Avs

La proposta di legge di Avs, presentata anche nelle scorse legislature e a prima firma del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, punta a fare sì che il trattamento economico minimo orario stabilito dal contratto collettivo nazionale non possa essere inferiore ai 10 euro lordi.

Proposta Azione a 9 euro l’ora

«Proponiamo di fare un salario minimo di 9 euro l’ora che vale anche per chi ha il contratto nazionale». Così il leader di Azione Carlo Calenda ha presentato in conferenza stampa alla Camera a fine marzo la proposta dell’allora Terzo Polo sul salario minimo. L’ex ministro ha poi definito “antitetiche e inconciliabili” le proposte del M5s e del Pd. La proposta del gruppo Azione-Italia Viva si applica a tutti i lavoratori dipendenti e a tutti i lavoratori saltuari e parasubordinati i cui corrispettivi economici sono determinati su base oraria. Nel documento di presentazione della proposta si legge che «il salario minimo di 9 euro l’ora deve essere comprensivo, oltre che della tredicesima e del TFR, anche del cosiddetto “salario differito” e degli eventuali benefit accessori».

fonte: IL SOLE 24 ORE