Si tratta di una riforma molto importante, attesa da anni e nel solco degli obiettivi del PNRR, che ha inserito il contenzioso tributario tra i nodi strategici per la competitività del nostro Paese, considerata l’importanza del Fisco e della giustizia tributaria per le imprese e l’attrattività degli investimenti esteri. La riforma ha seguito tre direttrici. Tra questi, una magistratura professionale specializzata: da tempo sulla figura del giudice tributario part time e sulla qualità delle sentenze di merito, spesso annullate in Corte di Cassazione, era in corso un ampio dibattito. Ora la nuova magistratura tributaria a tempo pieno contribuisce alla formazione di un nucleo di giudici con spiccata competenza nel settore fiscale, assicurando il miglioramento della qualità delle sentenze e rafforzando il ruolo di terzietà del giudice. L’obiettivo è realizzare una giustizia tributaria equidistante, preparata, specializzata: un passaggio che rafforza il ruolo del contribuente nel processo tributario e assicura maggior equilibrio tra le parti in causa.
Il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, è scettico sulla bontà della riforma tributaria, “Purtroppo navighiamo in mezzo al mare in tempesta senza timone e comandante, visto che le forze politiche di maggioranza si muovono fra demagogia e interessi dei potentati economici e finanziari e l’opposizione, non pervenuta, è inesistente”.
La riforma prevede anche un CSM tributario con funzioni ispettive e autonomia finanziaria, una prova testimoniale più facile e un tetto al pensionamento dei giudici a 72 anni con décalage.
“Su tutto questo Confedercontribuenti – prosegue Finocchiaro – è pienamente d’accordo e chiede l’immediata approvazione della riforma, almeno in questa parte ritenuta fondamentale. Difficilmente il Governo manterrà le promesse elettorali, ma accogliamo con favore la progressiva riduzione del contenzioso pendente, con una serie di strumenti deflattivi del giudizio e il rafforzamento del giudice monocratico per le controversie minori”
Tutto qua? “Assolutamente no! Occorre rafforzare l’istruttoria processuale, finora praticamente inesistente, anche qui riequilibrando il ruolo delle parti e introducendo la prova testimoniale scritta. In un giudizio che muove i passi sulla strada tracciata dall’attività accertativa svolta dalle Agenzie fiscali, dove è quasi assente la difesa del contribuente, la possibilità di portare all’attenzione del giudice fatti e circostanze non cristallizzati negli atti procedimentali o accertativi rappresenta un ampliamento dell’oggetto del giudizio e degli spazi di difesa. Questa è giustizia sociale e non vessatoria come lo era stato fino ad oggi”, chiosa il Presidente.
Soddisfatto allora? “Come si può esseri soddisfatti? Delle proposte non abbiamo alcuna conoscenza perché ancora allo studio. Si promette anche la riduzione dell’Ires e l’abbassamento delle ritenute d’acconto per i lavoratori autonomi ma solo nei comizi elettorali. Forse ancora una volta la riforma sarà appetibile negli slogan elettorali e assolutamente insufficiente nel testo che sarà presentato. Eliminazione del superbollo auto, revisione della tobin tax e aumento della deducibilità per la previdenza complementare. Ipotesi, solo ipotesi, solo venditori di fumo e nessuna proposta da valutare. Solo promessa di emendamenti al testo originale, da noi fortemente criticato. Il governo resta nel vago e non consente alcuna valutazione alle forze sociali”, conclude Finocchiaro.
Speriamo che si dia seguito a quanto detto in altre sedi, ovvero il ruolo importante che dovranno svolgere i professionisti abilitati alla difesa, avvocati e commercialisti, ed è legato alle dinamiche connesse alle udienze a distanza, attraverso il collegamento da remoto. Inevitabile sarà l’ampliamento della loro sfera d’azione, oltre i consueti limiti territoriali, con un inevitabile incremento della competizione e della specializzazione professionale.
Il cantiere è ancora tutto aperto, ma il mare è in tempesta e non intende calmarsi.